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La memoria infedele: la seduzione delle immagini da de Chirico a Schifano

L’esposizione “La memoria infedele. La seduzione delle immagini da De Chirico a Schifano” vi aspetta fino al 27 dicembre 2022 nella splendida sala dei Comuni del Castello Estense.

Una mostra che vi saprà trasportare nel clima postmoderno del secondo Novecento, epoca culturale in cui si rinnova fortemnete l’interesse e la fascinazione per le arti figurative. All’interno della Sala dei Comuni del Castello Estense scoprirete 12 preziosi lavori tra dipinti, opere su carta e sculture, dotati di un potere evocativo tale da essere in grado di raccontare un importante capitolo della storia dell’arte del Novecento in Italia.
Gli artisti postmoderni tornano – dopo al messa al bando operata dalle avanguardie – alle immagini e alle tecniche del passato, che sono al contempo fonte di ispirazione e comprensione di una nuova fase storica pervasa dalla comunicazione di massa. Un “ritorno al mestiere” operato in primis da Giorgio de Chirico, a cui è dedicata l’apertura del percorso espositivo che, precorrendo i tempi, già nel 1916 aveva propugnato una visione del tempo circolare, dove il passato e il futuro si saldano in un eterno presente. Ma anche da Mario Schifano, Remo Bianco e altri protagonisti del panorama artistico dell’epoca.
Il titolo dell’esposizione trae ispirazione da un’opera di Leonor Fini, intitolato appunto “La memoria infedele” (La memoire infidèle), anch’essa presente in mostra. Nel quadro, un damerino abbigliato con abiti settecenteschi, osserva un altro dipinto dell’autrice intitolato “Crepuscolo del mattino”, denso di rimandi all’arte rinascimentale, barocca e simbolista. Osservando dal vivo i due dipinti potrete vedere però, come l’opera riprodotta all’interno del quadro non sia - e non possa essere  - del tutto fedele all’originale. Un messaggio chiaro da parte dell’artista. Rievocare il passato, seppur prossimo – le due tele sono state realizzate nello stesso anno – significa sempre mutarne il significato. Una posizione che sottolinea il distacco critico, spesso dissacratorio ed ironico, che caratterizza lo sguardo retrospettivo tipico del postmodernismo.
Nove delle dodici opere che potrete ammirare appartengono alla ricca collezione privata di Franco Farina – direttore della Civica Galleria d’Arte Moderna e promotore del polo espositivo di Palazzo dei Diamanti dagli anni Sessanta agli anni Novanta – che nel 2019 è stata donata alla città dalla vedova, Lola Bonora.
La mostra, realizzata dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara insieme alla Fondazione Ferrara Arte e curata da Chiara Vorrasi, è patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna.